Parlare ai giovani degli stereotipi e del linguaggio discriminatorio presente nei materiali scolastici:

Una guida per educatori

Rappresentazioni discriminatorie, tra cui quelle a sfondo razzista, stereotipi di genere e nei confronti della disabilità, trovano spazio nei libri di testo scolastici con una frequenza inquietante. Insegnanti e genitori hanno la responsabilità di affrontare questa questione con i ragazzi, sia in classe che a casa, ma non è sempre facile.

Potresti essere tentat* di ignorare o rimanere semplicemente vag* rispetto a questioni evidenti sollevate da un testo o da un'immagine, o saltarli del tutto. NON LO FARE! Gli adulti ”di fiducia” dei ragazzi devono affrontare questi problemi con loro e discuterne apertamente e onestamente. Parlarne in maniera diretta e chiara è anche un tuo dovere nei confronti di coloro che potrebbero essere stati feriti da quel contenuto. E non è sufficiente dire solamente che è sbagliato: deve nascerne un ragionamento, una discussione. Assicurati poi di informare anche gli altri adulti facenti parte della vita dei tuoi studenti, in modo che ne siano consapevoli e coinvolti.

Affrontare questi temi complessi è un’opportunità per far conoscere l'inclusione e I danni che possono causare pregiudizi e stereotipi. È anche un’occasione per rafforzare la capacità di pensiero critico nei giovani e in noi stessi e per apprendere l'importanza di identificare e sfidare i pregiudizi ovunque li vediamo, anche nei testi più "autorevoli".

Questa guida offre consigli concreti su come affrontare questo tipo di conversazione.

La guida in 10 diapositive

Cose da tenere bene a mente

 

Assicurati di essere preparat* prima di sederti con i tuoi studenti.

Se per sentirti pront* hai bisogno di pochi minuti o di qualche ora, va bene lo stesso. Metti subito in evidenza che quel contenuto è dannoso e problematico e che è necessario discuterne, ma che si tratta di una discussione importante e che hai bisogno di tempo per pensare come affrontarla nel modo migliore. Chiedi aiuto o consiglio a colleghi o altri adulti se ne senti il bisogno. Ma non usarla come scusa per evitare la discussione.

Acquisisci familiarità con il linguaggio di cui potresti aver bisogno: potrebbe esserti utile consultare il nostro breve glossario in fondo a questo documento.

Accetta il fatto che sia tu che i tuoi studenti commetterete degli errori. Usali come fonte di riflessione e di apprendimento, non di vergogna.

Dai spazio alle storie personali, ma senza mettere gli studenti al centro dell’attenzione o chiedergli di farsi portavoce per un loro gruppo di appartenenza. Ad esempio, fai una domanda aperta alla classe piuttosto che rivolgerti a uno studente specifico. Non dare per scontate esperienze e modi di sentirsi delle persone rispetto ad un loro (presupposto) gruppo di appartenenza.

Durante la discussione, tu e gli studenti potreste provare emozioni forti. È bene fare una pausa, concedersi un respiro profondo e pensare a come si intende continuare. Dai anche agli studenti il tempo per farlo. È importante distinguere una forte emotività dall’aggressività. Esprimersi in maniera schietta va bene, ma non va bene attaccare gli altri.

Concedi dei momenti di silenzio durante la conversazione: non devono essere per forza riempiti.

Come iniziare la conversazione

 

Sii positiv*, calm* e sincer*: i ragazzi fanno molta attenzione al linguaggio del corpo. Decidi bene come contribuire e ascoltare e crea uno spazio sicuro per farli partecipare. Se ti senti a disagio, è normale: questo tipo di conversazioni può essere difficile.

Spiega agli studenti di cosa andrete a parlare: "C'è una storia / illustrazione nel nostro libro di testo che è dannosa e vorrei che oggi ne discutessimo insieme".

Concorda con gli studenti sul fatto che la conversazione si baserà sul rispetto: ciò significa essere aperti all’ascolto, non insultare e riconoscere le diverse individualità di ciascuno. Evita di generalizzare e utilizza un linguaggio che metta al primo posto l’individuo e la sua identità (ad esempio, "una persona cinese" o "la popolazione cinese" e non "i cinesi"). La parafrasi è un ottimo strumento per far sì che gli studenti migliorino il loro stesso linguaggio. Ad esempio, uno studente potrebbe chiedere: "Perché i bianchi fanno sempre...?" A quel punto, puoi parafrasare la sua domanda all’interno della tua risposta: "A volte, le persone bianche ..."

Scoraggia la ripetizione di qualsiasi espressione offensiva presente nel testo oggetto della discussione: è bene dire agli studenti che non deve essere usata.

La conversazione parte dagli studenti

 

Inizia a valutare dove si collocano gli studenti rispetto alle loro conoscenze, al loro livello soggettivo di comprensione e alle loro reazioni.

Se stai affrontando il contenuto in modo proattivo (anticipando cioè eventuali lamentele), identifica le pagine interessate e chiedigli se già le conoscono. Da loro il tempo di leggerle o osservarle in silenzio per iniziare a formulare le proprie idee al riguardo. Se invece la conversazione parte in risposta a una protesta o a una segnalazione, chiedi alla classe se ha familiarità con la questione e di condividere ciò che hanno sentito in merito ad essa. Questo passaggio è importante per capire a che punto del processo si trovano ed incontrarli esattamente lì per correggere eventuali informazioni errate. Quindi dagli il tempo di leggere o guardare le pagine in silenzio.

Va bene anche riprendere una conversazione precedentemente affrontata. Non esiste un limite di tempo o una fine definita del beneficio che questo tipo di scambi genera all’interno della classe. Imparare a conoscere e ad agire per la giustizia non è un qualcosa che accade in un preciso momento, è un processo.

Domande

 

Cosa accade per voi nel testo o nell'immagine? Chi compie l’azione? Cosa stanno facendo?

Chiedi agli studenti di fornire prove a sostegno delle loro risposte: quali sono le parole o le immagini specifiche che li portano a determinate conclusioni e perché? In certi casi ciò che sembra non essere chiaro è proprio il problema. Soprattutto se si tratta di un testo illustrato, a volte le parole o le immagini non sono di per sé problematiche, ma lo è la loro combinazione. È fondamentale imparare a osservare in modo critico.


Chi ha il potere nel testo o nell'immagine? In base a cosa lo dici?

Vi è rappresentata qualche scorrettezza o ingiustizia? In base a che cosa lo dici?

Quali supposizioni, scorrettezza di informazioni o pregiudizi emergono? Chi ne è danneggiato? Chi ne beneficia?

Sono presenti messaggi più o meno evidenti in merito al valore di diversi background e gruppi culturali, diverse origini, composizioni familiari, colore della pelle, genere, abilità fisiche, neurodiversità o reddito? Ad esempio, si presume che un personaggio sia bravo o cattivo in qualcosa o che gli piacciano o meno certe cose in base alla sua identità di gruppo? Osserva il linguaggio usato: i personaggi provenienti da una minoranza si esprimono in modo innaturale? Vengono utilizzati epiteti o espressioni dispregiative?

Come si potrebbero applicare l’equità, la gentilezza o la giustizia a questa situazione?

Come metti in relazione ciò che è rappresentato in questo testo o immagine con la tua esperienza?

Se gli studenti si sentono a proprio agio a parlare di loro iniziativa, possono iniziare a condividere. Ma questo può essere anche un momento di silenzio e riflessione.

Riassumiamo

 

È fondamentale fare un riassunto della conversazione, una volta conclusa. Studenti e insegnanti avranno anche bisogno di tempo per riflettere ed elaborare le emozioni, rafforzare gli insegnamenti appresi e costruire su ciò che hanno imparato. Per questo si possono usare diverse strategie, tra cui lavori individuali o in piccoli gruppi, che potranno essere condivisi con la classe o tenuti per sé.

Assicurati di creare il giusto spazio e di dare l’opportunità agli studenti di comunicare i propri pensieri, esperienze o preoccupazioni anche al di fuori di questa discussione - in privato o in forma anonima, se necessario.

Passiamo all’azione

 

Cosa possiamo fare adesso, come gruppo?

Crea un modello di attivismo decidendo insieme un piano d'azione che sia direttamente correlato alla conversazione e agli aspetti che hanno avuto una risonanza maggiore all’interno del gruppo. Assicuratevi insieme che sia ben chiaro il problema che volete affrontare, il risultato che desiderate ottenere e come pensate che la vostra idea contribuirà a questo risultato. Il progetto potrebbe consistere nel ridisegnare / rivedere la storia, individualmente o in gruppo; scrivere una lettera alle persone responsabili di aver introdotto questo testo in classe (editori, autori, illustratori, ma anche presidi e distretti scolastici) o una lettera di sensibilizzazione (agli altri studenti della scuola, ai genitori, a un giornale o a un forum pubblico); redigere delle linee guida di classe che definiscano linguaggio e immagini rispettosi; o una qualsiasi altra azione che combatta i pregiudizi e promuova la giustizia. Lascia che siano gli studenti a dare forma al progetto, sulla base dei loro interessi: cerca di limitare il tuo ruolo a quello di facilitatore/trice, modera il dibattito e aiutali a identificare e rimuovere potenziali ostacoli all’interno del loro piano.

Un po’ di lessico utile

 

Identità - un insieme di caratteristiche visibili e invisibili che utilizziamo per definire noi stessi e coloro che ci circondano (ad es. genere, razza, età, religione, etnia, situazione socioeconomica, lingua, composizione familiare, Paese di provenienza, abilità psicofisica, orientamento sessuale, ecc.); l'identità plasma la nostra esperienza

Gruppo identitario/di identità: un gruppo di persone che condividono una o più caratteristiche di identità (ad es. genere, razza, età, ecc.)

Gruppo dominante vs gruppo non dominante: un gruppo dominante è un gruppo che ha potere, privilegi e un determinato status sociale. Un gruppo non dominante non gode di questi vantaggi. La stessa persona può appartenere contemporaneamente a uno o più gruppi dominanti (ad esempio etero, bianco, ecc.) e a uno o più gruppi non dominanti (ad esempio senza documenti, in povertà, ecc.)

Privilegio: i benefici, i vantaggi e il potere derivanti dalle identità sociali condivise con la cultura dominante

Stereotipo: un'immagine, un'idea o una convinzione ingiusta ma molto diffusa ed eccessivamente semplificata, che dei gruppi di persone abbiano caratteristiche particolari o che tutte le persone all’interno di un determinato gruppo siano uguali

Bias - personale inclinazione conscia o inconscia a favore o contro un individuo o un gruppo in base all’identità

Discriminazione - trattamento ingiusto di una persona o di un gruppo in base all’identità

Inferiore – sentirsi di valere meno degli altri, o di non avere alcun valore

Superiore - credere di essere migliore di qualcun altro

Giustizia sociale - impegno a sfidare le disuguaglianze sociali, culturali ed economiche che derivano da una distribuzione differenziata di potere, risorse e privilegi; l'idea che tutti meritino di godere degli stessi diritti economici, politici e sociali, indipendentemente dall'identità o dal gruppo di appartenenza